DOROTHY 2006.
RILETTURA CRITICA DEI PRIMI 150 REFERTI DELLA BATTERIA DI TEST
AUTOSOMMINISTRATA DAI PILOTI SUL SITO
WWW.AZZURROTICINO.IT
LA
CHIAVE DI TUTTO - IL PUNTO DI ORIGINE
Vi è una parte
dello studio di psicologia del volo libero che finora non avevamo avuto il
tempo di rivedere in quanto eravamo più impegnati ad analizzare organizzare
e commentare i risultati dei test.
Vi sono nel
primo questionario una serie di domande riguardanti I FANTASMI :
Immagini mentali nelle quali si materializza la paura e che costituiscono il
substrato psicologico dell’ ANSIA.
Il luogo dei
fantasmi è la mente.
Il tempo dei
fantasmi è prevalentemente PRIMA DELL’EVENTO (parliamo infatti di ANSIA
ANTICIPATORIA)
I fantasmi
nascono dal profondo e invadono la coscienza.
In forma il più
delle volte silenziosa la persona si sforza di ricacciarli nell’inconscio.
Purtroppo, come
tutte le cose ricacciate (NEGATE) succede che ritornate nell’inconscio di
CARICANO DI ENERGIA : più vengono ricacciati, più diventano potenti.
L’unico antidoto
sarebbe quello di raccontarli ...
Considerate che
anche in questo nostro studio il 50% circa di chi ha risposto ai questionari
non ha dato alcuna risposta a questa parte dedicata alla illustrazione dei
fantasmi ...
Tuttavia ben
sappiamo tutti di cosa stiamo parlando :
Come piloti,
oppure come passeggeri di biposto : vi ricordate le notti agitate o insonni
prima di fare il primo volo alto ?
Successivamente
l’agitazione si rinovella quando si tratta di andare a volare in un nuovo
sito, oppure affrontare un cross particolarmente impegnativo, o approcciando
i vari step della specializzazione : il decollo alla francese, i primi top,
la prima vite, il primo SIV, il primo doppio come pilota ...
Se notate però,
la forma del fantasma : le immagini (I FILM) concomitanti che attivano o
scatenano l’ansia sono in ciascuno di noi sempre quelle.
Nella nostra
ricerca siamo andati a scoprirli per la prima volta.
Quella relativa
ai fantasmi è la parte meno strutturata della ricerca, perchè ci muoviamo su
un terreno molto intimo, personale e profondo.
Per me si
trattava di gettare l’amo e vedere quanti piloti erano disponibili a
parlarne ...
Come detto,
almeno la metà ha tirato dritto ...
Da coloro che
sono stati al gioco mi aspettavo 2 cose :
-
Verificare
fra i fantasmi proposti quelli più gettonati
-
Andare alla
ricerca di altri fantasmi da inserire nel circuito della ricerca per
poterne verificare successivamente la ricorrenza.
Devo dirvi
subito che sono emerse risultati completamente diversi da ciò che mi
aspettavo, ma che mi hanno aperto orizzonti chiari di significato e
contenuto psicologico. Risultati che mi hanno fatto esclamare : “Che
stupido! Perchè non ci ho pensato prima? Eppure era così evidente! ....”
Vedete voi
stessi : qui sotto ho riportato in tabella :
-
in nero la
classifica dei fantasmi proposti così come gettonati dai piloti
-
in rosso i
fantasmi non compresi nel mio elenco che alcuni piloti mi hanno detto di
avere ...
I FANTASMI ...
QUANDO COMINCIANO ?
C’è ragione di
credere che i fantasmi nascano con l’uomo : alcuni sostengono che parenti
stretti dei fantasmi abitino nella mente mentre ancora siamo nella pancia
della mamma. Ci sono evidenze encefalografiche su feti che testimoniano di
attività immaginative correlate ad emozioni. Possiamo stare certi che ancor
prima di aver VISTO il mondo, l’uomo possiede le immagini della vita,
trasmesse con ogni probabilità attraverso la memoria cellulare (DNA) :
immagini che ci fanno ridere e piangere ancora prima di venire al mondo.
Ma è con la
nascita che abbiamo la possibilità di capirne l’origine e la funzione
vitale. Lo scienziato che per primo ha studiato queste questioni si chiama
Renè Spitz e, a chi interessa, può trovare le sue riflessioni sul libro “Il
primo anno di vita” – ed. Giunti – Firenze.
Da verifiche
sperimentali e dati clinici è riuscito a capire che c’è in ciascuno di noi
una MADRE DI TUTTI I FANTASMI che è : LA MANCATA RISPOSTA DELLA MAMMA AL
GRIDO DI AIUTO.
Tutte le
successive evoluzioni dell’attività fantasmatica nella mente umana
riconducono a questa origine.
Chiamo, gemo,
grido, impreco ... a un certo punto c’è una mano che mi incontra ...
E continuo a
vivere finchè mi rimane la SPERANZA che questa mano arrivi.
Spitz ha capito
che se la mano arriva dopo che questa speranza è morta ... Anche se ne
arrivano 100 mani... Quando è morta la fiducia il bambino si lascia morire
per MARASMA ...
La morte prima
che fisica è psicologica : è la morte della speranza e della fiducia ...
I FANTASMI DI
VOLO DA DOVE ARRIVANO ?
Per aiutarci a
capire l’origine della trama dei film mentali, ho sistemato i fantasmi sia
neri sia rossi in un grafico a 4 settori che ci indicano l’ ORIGINE :
-
Conforta
rilevare che c’è una leggera prevalenza di AUTOPERCEZIONE dell’ IO e dei
suoi comportamenti come primo luogo di nascita dei fantasmi.
-
Nelle
proiezioni la classifica vede in vantaggio “GLI ALTRI PILOTI” seguiti da
un significativo ex aequo della NATURA e DEL MEZZO (nel nostro caso la
vela).
E’ bene tenere
presente questa classifica sul luogo di nascita della paura perchè da essa
genera la probabile risposta su COSA FARE PER AUMENTARE LA SICUREZZA : il
mix di interventi prevede 1 parte di intervento su di se’ e 2 parti di
intervento su “altro” e una parte di imponderabile (la natura o la fatalità
: ineluttabile!)
L’ATTERRAGGIO
: MADRE DI TUTTI I FANTASMI
Spiccare il volo
è simbolicamente collegato alla nascita.
Tutti i sogni di
volo sono intimamente connessi a vissuti primordiali di DISTACCO DALLA
MADRE.
Nel volo si
rinovella il DISTACCO DALLA MADRE TERRA.
Dal momento del
distacco, LA TERRA fino ad allora percepita come fonte di rassicurazioni e
di sicurezza, muta sostanzialmente il suo aspetto e diventa il principale
nemico foriero di rischi fatali : cadere, precipitare, urtare, perdersi,
avvitarsi, schiantarsi, inabissarsi ...
Ricordiamo
altresì che la seconda nascita : diventare adulto al termine
dell’adolescenza è denotato in forma ancora più diretta e scoperta come
“SPICCARE IL VOLO”.
Una volta in
volo tuttavia non tutta la terra però diventa MAMMA CATTIVA : per il pilota
vengono conservati FRAMMENTI di “mamma buona” che si chiamano ATTERRAGGIO :
quanto più un pilota è esperto tanto più ha coscienza d’avere tanti
frammenti di “mamma buona”.
Il giovane
pilota solitamente vola “con il cordone ombelicale all’atterraggio” : non va
volentieri a volare in siti sconosciuti, non atterra se non “per sbaglio” in
altri prati che non siano l’atterraggio ufficiale.
Visitare
l’atterraggio prima di recarsi al decollo nel nuovo sito di volo ha questa
valenza di calmiere dell’ansia: “fra poco la terra, da amica, ritornerà ad
essere potenziale nemica : TUTTA eccetto questo frammento in cui atterrerai
e che dall’alto cercherai di individuare come riflesso automatico”.
E’ forse questa
la ragione psicanalitica per cui il “FANTASMA PIU’ GETTONATO”
trasversalmente da tutte le categorie di piloti è il timore di “NON ARRIVARE
IN ATTERRAGGIO” e quindi la paura di non restaurare quel vissuto di “mamma
buona” che è all’origine della “scelta di vivere”.
Dallo studio che
fin qui abbiamo condotto sembra che l’atterraggio sia il principale
organizzatore dello psichismo del pilota : la chiave del proprio
“riprendersi” dopo essersi perso ...
Infatti non solo
il fantasma più gettonato riguarda l’atterraggio, ma anche molti altri fra i
fantasmi classificatisi nelle prime posizioni hanno come scenario
l’atterraggio :
-
(36) Mi
contendo con altri lo spazio dell’atterraggio (non vi viene l’immagine
dell’atterraggio come una lupa con le tette al vento e i lupacchiotti
che si avvicinano all’atterraggio che se le contendono)
-
(24) Cambia
d’improvviso la direzione del vento (la funzione della manica a vento
interrogata per decidere di impostare la direzione dell’atterraggio)
La nascita è il
condensato, il compendio di tutte le successive esperienze umane : in pochi
attimi ciascuno di noi ha provato tutto quello che poi, con più calma e
settorialmente risperimenterà nel corso della propria vita.
Per alcuni
autori nella nascita è già contenuta l’esperienza della morte : il neonato
abbandona la placenta che fino ad allora era il proprio organo principale e
che inevitabilmente diventa il primo pezzo di noi che ci lascia
definitivamente.
In tutte le cure
psicologiche la “RINASCITA” (re-inferazione, ri-generazione, ri-costruzione,
ri-vitalizzazione, ri-sperimentazione, ri-attualizzazione) è considerato un
momento fondamentale di snodo della cura.
In prossimità
dell’evento, tutto il corpo entra inevitabilmente in risonanza :
l’esperienza bioenergetica dei tremori è universalmente avvertita.
Per il
passeggero il momento topico dell’esperienza volatoria è tutto qui ...
Per il volatore
c’è tutto lo sviluppo successivo incentrato sui movimenti di salita e di
discesa (studiati da Desoille sull’ IO CORPOREO ILLUSIONALE)
VOLO COME
RI-NASCITA : (PERCHE’ NON CI HO PENSATO PRIMA!!!!) – LA RISPERIMENTAZIONE
DEGLI ORGANIZZATORI ARCAICI DELLO PSICHISMO.
Quando non c’era
ancora il simbolo – LA PAROLA. La mente che incontra il corpo utilizza altri
stumenti di espressione : non meno intelligenti della parola, forse un po’
meno intelligibili ...
Ed ecco che
incontriamo tutti i principali organizzatori dello psichismo infantile
studiati da Spitz.
Dovevo
prevederlo : sono stato sorpreso vedendo anche qui i risultati della seconda
batteria di domande contenute nel questionario sui fantasmi.
Quello più
gettonato è il SORRISO (ve la ricordate la “risposta sorriso?”)
Ma non mancano
LA LODE A DIO (che surclassa 38 a 18 la più razionale richiesta di aiuto a
Dio per risolvere una situazione critica)
Riesumare
motivetti DEL PASSATO e CANTARLI (più o meno ad alta voce)
A pari merito IL
PIANTO E IL GRIDO.
LA
RISPERIMENTAZIONE DEGLI ORGANIZZATORI COMPENSATORI DELLO PSICHISMO.
Sulla strada
faticosa e non sempre piana e a senso unico che ciascuno di noi ha compiuto
per arrivare ad attaccare il cervello alla bocca e raccontare la verità (il
fantasma) per quello che è, il bambino attraversa tutta una gamma variegata
di secondi organizzatori che fanno riferimento al canone della competizione,
della bugia, dell’anticipazione mitomanica ...


DOROTHY 2006.
RILETTURA CRITICA DEI PRIMI 150 REFERTI DELLA BATTERIA DI TEST
AUTOSOMMINISTRATA DAI PILOTI SUL SITO
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ESERCIZI PER
SUPERARE LA PAURA DI VOLARE E I SINTOMI CORRELATI. (volo in parapendio)
ABBIAMO
VISTO COME, SULLA BASE DELLE INTUIZIONI PROPOSTE NEL PRECEDENTE ARTICOLO “LA
CHIAVE DI TUTTO”, SUL PIANO DELLA COSCIENZA VEDIAMO UN FENOMENO : IL VOLO.
SUL PIANO DELL’INCONSCIO STIAMO RIVIVENDO L’ESPERIENZA DELLA NASCITA.
IL VOLO
QUINDI E’ UNA RINASCITA.
SINTOMI FISICI E PSICOLOGICI CONCOMITANTI AL VOLO
Basta
interrogare un qualunque bipostista, ci dirà che è consueto osservare almeno
uno dei seguenti fenomeni in almeno il 50% dei passeggeri trasportati :
-
Il
passeggero arriva in decollo e decide di rinunciare al volo
-
Immobilità al decollo
-
Gamma di sintomi in volo : abbondante sudorazione – vertigine –
richiesta di arrivare al più presto in atterraggio – pianto – grido di
terrore – nausea... svenimento
Il volo
è stato bello, unico, meraviglioso, esilarante, sorprendente, ... Tuttavia
mediamente solo 1,5 passeggeri su 100 fanno un secondo volo.
Da parte
nostra, come bipostisti riteniamo di aver offerto al cliente un buon
prodotto, abbiamo usato tutte le premure e attenzioni, abbiamo dato tutte le
spiegazioni... Come mai queste reazioni?
Sulla
base del nostro studio oggi abbiamo la capacità di capirlo, ma soprattutto
possiamo FARE QUALCOSA per fare in modo che le cose vadano diversamente.
UNA
DOVEROSA AVVERTENZA PRELIMINARE
L’attenzione per gli aspetti psicologici del volo NON SONO SOSTITUTIVI ma
sono complementari rispetto alle procedure di sicurezza che siamo abituati a
osservare :
-
spiegazione al
passeggero delle caratteristiche generali del volo in parapendio – procedure
di sicurezza
-
controllo
accurato dell’attrezzatura
-
spiegazione
della corsa al decollo e atterraggio
-
postura da
tenere in volo
LE
COMUNICAZIONI DI PSICOLOGIA DEL VOLO
Si
tratta di integrare le comunicazioni canoniche con le seguenti comunicazioni
a mo’ di induzione ipnotica ... Per chi non è esperto della materia si
tratta di interiorizzare questi semplici passaggi (ma soprattutto crederci!)
Recentissimi studi hanno dimostrato in forma sperimentale che l’esperienza
del volo riattiva anche se noi non lo vogliamo o non ce ne accorgiamo, LE
TRACCE DI MEMORIA INTERNE DELLA NOSTRA NASCITA.
Sentiamo
paura prima di decollare e diciamo che ABBIAMO PAURA DEL VOLO : in realtà le
paure che avvertiamo riguardano l’automatismo che dentro la mente umana
collega IL VOLO ALLA NASCITA.
Quando
sogniamo di volare, in realtà stiamo ri-sperimentando sia la cenestesi (le
sensazioni fisiche passive) sia l’immaginario arcaico che abbiamo provato
quando siamo venuti al mondo.
E’
questo intimo legame fra VOLO e NASCITA che rendono l’esperienza di volare
tanto drammatica (perchè smuove paure) quanto benefica (perchè IN SE’,
successivamente ci procura una stato di duraturo benessere).
Staccandosi da terra ciascuno di noi rivive la meccanica con la quale è
venuto al mondo che gli psicanalisti chiamano TRAUMA DA PARTO.
Per
questo non starò qui a rassicurarti sul fatto che il volo è sicuro... che
personalmente ho fatto centinaia di voli con passeggeri senza alcun
incidente... che la vela è una macchina autostabile che è stata certificata
in quanto si riapre da sola in pochi decimi di secondo... che come dotazione
d’emergenza ho a disposizione un secondo paracadute in grado di sostenerci
tutti i due... Non userò queste rassicurazioni proprio perchè magari
riuscirò a convincerLa per quanto riguarda il volo, ma nessun potere queste
rassicurazioni possono avere sul fantasma d’origine : LA NASCITA.
Per
intervenire sul fantasma d’origine abbiamo per fortuna altri sistemi che
brevissimamente possiamo imparare per applicare quando eventualmente
avvertirà qualche sintomo sgradevole.
GLI
ESERCIZI PRELIMINARI
Prima di
utilizzare questi strumenti succedeva che 1 passeggero su due avvertiva dei
sintomi in volo che innescavano questa sequenza :
-
iniziano piccoli fastidi ad avere fastidi come vertigini, sudorazione,
palpitazioni, irrigidimento muscolare, lacrimazione, orripilazione ...
-
il
passeggero, cosciente del fatto che paga l’esperienza cerca di reagire
da se’ arrivando a negare questi sintomi dicendo con spavalderia che va
tutto bene
-
I
sintomi negati si acuiscono, compare la nausea... A questo punto il
passeggero che avrebbe voluto che il volo durasse tanto e sperimentare
il guadagno quota, ammette di non stare molto bene e prega il pilota di
andare a terra.
-
Siccome il pilota non può chiudere la vela d’un colpo e atterrare
repentinamente, il tragitto fino all’atterraggio diventa un momento
critico di sofferenza che in un caso su 25 può portare allo svenimento.
Noi non
sappiamo a priori chi diventerà sintomatico. E’ opportuno allora che la
seguente sequenza di esercizi la facciamo a tutti, così PREVENIAMO, ANZICHE’
CURARE ...
Chi ha
messo a punto questi semplici esercizi li ha sperimentati sulla propria
clientela certificando la comparsa di sintomi in 1 su 10.
Ma
veniamo all’analisi degli esercizi ...
Dopo
aver adeguatamente suggestionato il nostro passeggero con le parole che
abbiamo riportato nel paragrafo precedente (sfruttando magari la percorrenza
in macchina o shuttle fino al decollo), diciamo al pazien... pardon! AL
CLIENTE che, siccome lo scenario inconscio in cui ci andiamo a ricollocare è
quello della nascita, anche se non si ricorda più quello che è successo
allora, può facilmente capire come ha affrontato (E VINTO) allora il suo
trauma da parto : lo stesso dobbiamo cercare di fare oggi...
Diciamo
al cliente che quando siamo nati, rispetto a quando eravamo nella pancia
della mamma, ci sono andate tutte male :
-
eravamo belli
tranquilli (anche se ultimamente un po’ strettini) dentro il liquido
amniotico, poi tutto il trambusto, i rumori, le spinte della mamma, il tifo
da stadio del pubblico in sala parto ...
-
eravamo belli
caldi, poi l’aria sulla pelle, l’acqua sul corpo, il tiepido e il freddo...
-
eravamo ben
pasciuti, poi l’angoscia della mancanza, del bisogno ...
In
questa litania di sfortune, c’è stata una sola cosa positiva. L’unico
conforto che ho avuto e che ho utilizzato a piene mani è stato IL RESPIRO,
nella forma del pianto, del grido : del RUMORE.
E’ stato
un respiro SONORO quello che mi ha introdotto alla sopravvivenza.
E ancora
oggi che ri-sperimento quel momento, il RESPIRO SONORO sarà la chiave per
cavarmela...
IMPARO IL RESPIRO SONORO IN 4 ESERCIZI
1)
Mi sdraio per
terra, alzo le ginocchia e chiudo gli occhi. Mi estraneo da tutto quello che
mi circonda e mi concentro esclusivamente sul va e vieni dell’aria nel mio
corpo. Capisco che nel corso degli anni ho imparato a mettere il
silenziatore al mio respiro... Adesso il tempo gira a ritroso e inserisco
una “uhmmmmmmmm” al mio respiro... Prima flebile, poi sempre più evidente.
2)
Mi accorgo che
ci sono tanti blocchi nel mio respiro : mi accorgo di avere un movimento
solo toracico, o solo diaframmatico, comunque più breve rispetto alla
possibilità di estensione. Mi impegno ad espandere il mio respiro fino a
raggiungere il massimo della espansione. E più espando più faccio rumore ...
Il meglio sarebbe arrivare a simulare il grido del neonato, ma funziona
anche solo con “uhmmmmmmmm”
3)
Espando al
massimo il respiro, unisco le braccia :
-
TIRO DENTRO
L’ARIA e con le mani la prendo con un movimento che dalle ginocchia tocca le
cosce, il bacino, l’addome e arriva fino al toraci
-
BUTTO FUORI
L’ARIA metto i palmi delle mani in posizione di spinta e assecondo con un
movimento più repentino di prima l’espulsione dell’aria.
-
RIFACCIO
QUESTO MOVIMENTO UNA VENTINA DI VOLTE, sempre mantenendo il sonoro al
respiro.
4)
Cambio a
questo punto il movimento delle braccia : continuo a respirare con il sonoro
e con le mie braccia vado alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. E’ il
movimento di braccia del bambino che è uscito e che adesso a tentoni respira
e ricerca. Vado avanti con questi movimenti almeno per 2 o 3 minuti.
5)
A questo punto
ho imparato la respirazione sonora. Se in volo avverto qualche sintomo porto
immediatamente la mia attenzione al respiro, capisco che ho collassato il
respiro (breve e bloccato) : comincio a fare il respiro sonoro espandendolo
progressivamente.
6)
Continuo a
respirare con il sonoro fino a quando i sintomi non sono completamente
spariti.
CHE
ALTRO DIRE ...
Godetevi
la vostra RI-NASCITA !
ANGELO
GARAVAGLIA